Post a pagamento su Facebook si o no? [Aggiornato]

Post a pagamento su Facebook

Questo articolo sui post a pagamento su Facebook scritto ormai diversi anni fa necessita di importanti aggiornamenti.

Perché? Perché è pieno zeppo di inesattezze, imprecisioni e porta una visione parziale non corretta del sistema di sponsorizzazioni su Facebook.

Chi ha scritto questo post? Io!

E credo che crescere professionalmente significhi anche dire “quella volta ho toppato!” e ammettere di non aver capito, in un primo momento, il funzionamento di un sistema di promozione che il tempo ha dimostrato essere molto valido ed efficace.

Sento il bisogno di aggiornare questo post perché vedo che è tra i più letti dell’ultimo periodo e tremo al pensiero che qualcuno possa prendere sul serio quello che vi è scritto.
Perché, effettivamente, le cose non stanno proprio così come le esponevo io.

Vi lascio il testo originario più sotto, perché credo sia giusto lasciare visibile quello che era il mio pensiero.
Del resto in questi anni di cose ne sono cambiate, da giovane blogger inesperta mi sono messa a studiare e sono riuscita a fare della mia passione un lavoro, rendendomi conto che su molte cose avevo torto.
Vi lascio il testo originario anche perché sono sicura che tanti tra coloro che vorrebbero avvicinarsi al mondo del Facebook advertising sono diffidenti, di quella stessa diffidenza che ho sperimentato io in prima persona.

Superandola.

Proprio per questo, con l’aggiornamento di oggi, voglio dire a tutti coloro che ancora credono che spendere soldi in sponsorizzazioni Facebook sia inutile: sì, se non sai come farlo è sicuramente inutile, ma se sai dove e come mettere le mani il risultato potrebbe lasciarti senza parole!

Per aggiornare questo articolo partirò dai punti salienti che ho affrontato a suo tempo, nel febbraio 2014, confutandoli passo passo alla luce della mia attuale esperienza di lavoro on line.

Assunto n. 1: Facebook è “cattivo” perché limita la portata organica delle pagine in favore di quella a pagamento.

Lo so, leggendo i primi paragrafi del mio vecchio post non ho potuto non pensare di me stessa: mamma mia, quanta lagna!
Ed è vero, se hai un’attività e vuoi promuoverti su Facebook, devi pagare.

That’s it.

Il punto è che è perfettamente normale!

È normale perché se lo usi per farti pubblicità, beh la devi pagare quella pubblicità.
A dei prezzi che comunque sono infinitamente inferiori a quelli che pagheresti se dovessi usare un canale classico di advertising.
Promuovere la propria attività attraverso la sponsorizzazione della tua pagina ti porterà ad avere un pubblico perfettamente in target con i temi di cui ti occupi o i prodotti che vendi.
Non un pubblico a caso, raccolto tramite discutibili operazioni di “sub4sub” – si lo so, consigliavo di fare stalking sui gruppi pubblicitari, roba da pazzi! – ma un pubblico qualificato che porterà interazioni di qualità nella tua piazza virtuale!

Figo, vero?

La cosa meravigliosa è che non è necessario spendere milioni di euro per ottenere dei buoni risultati.
Studiando e facendo pratica sui miei canali, ho notato che mettendo a disposizione un piccolo budget di 1/2 euro al giorno per qualche mese si possono ottenere ottimi risultati e una bellissima crescita della propria attività.

Assunto n. 2: Facebook ostacola chi non ha soldi da spendere.

Beh, lo abbiamo già detto: se vuoi visibilità, qualcosa devi pur pagare. Davvero ti sembra così assurdo?
A me sembrava pazzesco ma purtroppo non avevo ragione.
E già da diverso tempo guardo ai soldi che investo in promozione Facebook come al miglior investimento che posso fare per mostrare al mondo intero il mio lavoro e le mie capacità di blogger.
Ah, inutile dirvi che da quando faccio in questo modo, ho anche trovato dei nuovi clienti. Ma tu pensa…

Assunto n. 3: impostare una campagna Facebook può essere fatto da chiunque.

Dopo essermi lamentata per buone 500 parole sull’ingiustizia del mondo, arrivo alla parte in cui fornisco dei dati tecnici. Peccato che all’epoca non avessi ancora capito che impostare una sponsorizzazione Facebook efficace è un vero e proprio lavoro, che richiede studio, impegno e una notevole capacità di analisi dati.
Dunque no, impostare una campagna efficace non è un lavoro per tutti.
All’epoca misi un post a pagamento senza avere la minima cognizione di ciò che stessi facendo e, infatti, i risultati furono disastrosi.
Con il tempo e l’esperienza, però, ho imparato ad impostare correttamente le campagne ed è forse inutile dirvi che la mia crescita è stata esponenziale.

Prima di lasciarvi alla lettura dell’articolo scritto all’epoca (di cui mi vergogno amaramente) vi ricordo che ad oggi le sponsorizzazioni Facebook sono un sicuro strumento di successo in una strategia social completa ed articolata.
Affidandovi a dei professionisti avrete sicuramente modo di apprezzarne gli ottimi risultati.

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Vorrei oggi fare una riflessione di ampio respiro circa i famigerati post a pagamento che si possono mettere in evidenza sulle pagine Facebook.

Se avete un blog, un’attività, un sito, qualunque cosa alla quale un po’ di pubblicità possa essere d’aiuto, sapete già che Facebook cambia continuamente le sue politiche di messa in evidenza dei post sulle pagine con lo scopo, nemmeno poi tanto velato, di ostacolare la visibilità spontanea a vantaggio di quella a pagamento.
Certo, business is business e io non sono nessuno per dire di no.
A ben vedere siamo passati da un momento – molto – iniziale in cui tutti potevano fare bene o male tutto ad oggi, dove per avere più “Mi piace” sulla propria pagina si può scegliere di promuoverla pagando un budget giornaliero che ti dà una stima di quanti nuovi “Mi piace” dovresti ottenere (ad es.: con 4 euro si possono avere da 17 a 70 mi piace al giorno; con 7 euro da 30 a 122; con 15 fino a 261).

Io la mia pagina Facebook l’ho aperta pochi anni fa e già si sentiva questo clima da “non paghi, non piaci” che nell’ultimo periodo è diventato ancor più pressante.
Perché si fa un gran criticare i gruppi dove è possibile sponsorizzare la propria pagina e chiedere in modo diretto ai membri di mettere un like, ma spesso è l’unico modo per farsi conoscere, a meno di non gestire una pagina già grande cresciuta prevalentemente quando c’erano meno limitazioni, di essere Belen o di voler, appunto, pagare 10 euro al giorno per avere più visibilità.

Vi sarà capitato, no, che siete lì belli tranquilli che guardate la vostra home e all’improvviso vi spuntano pagine commerciali con su scritto “sponsorizzata” e l’indicazione “a Tizio e Caio piace questa pagina”, come a dire: metti un mi piace anche tu, eddai!
Come se non bastasse ostacolare coloro che non possono spendere soldi per promuovere il proprio sito/blog, perché magari è un hobby in crescita o un’attività secondaria che ancora non porta dei guadagni, ma che comunque avrebbero il diritto di non essere oscurati e di giocarsela al meglio delle possibilità con eventuali utenti interessati, negli ultimi mesi sono anche cambiate le modalità con cui un singolo post pubblicato sulla pagina può essere visualizzato da coloro che hanno già messo “Mi piace” e, di conseguenza, dai loro contatti.

Vi spiego un attimo come funziona una pagina Facebook vista dal pannello Amministratore che altrimenti ci perdiamo.

Quando gestisci una pagina, tu hai un pannello Admin che ovviamente non è visualizzabile agli utenti che ti seguono e che ti consente di monitorare il traffico giornaliero della tua pagina, indicandoti quante nuove persone ti seguono, quali sono stati i tuoi post migliori, quali i più letti, quanti mi piace hanno avuto e altre cose così.
Inoltre, ogni post ha un’indicazione numerica che ti riporta il numero di persone che spontaneamente lo hanno letto, indipendentemente dal fatto che abbiano messo “Mi piace” alla pagina o no.
Perché i contenuti sono pubblici, non dimentichiamolo.

Per farvi un esempio, sulla mia pagina un singolo post viene visualizzato 200/250 volte, quelli più popolari 400/450 volte [dati relativi al febbraio 2014 NdR].
Io al momento ho 497 persone che mi seguono su Facebook e anche se negli ultimi 6 mesi ho fatto passi da gigante, crescere di numero non è semplice, soprattutto con queste politiche così restrittive.
Da qualche mese, poi, è venuta fuori questa novità che se in un post inserisci un link diretto (nel mio caso per esempio quando pubblico qualcosa qui e lo voglio diffondere), automaticamente ti verrà oscurato il più possibile, a meno di:

  1. rimuovere l’immagine di anteprima dal post, il che sostanzialmente significa rendere di per sé una cosa meno appetibile da leggere perché non si capisce in modo immediato di cosa parla;
  2. inserire il link del post nel primo commento sottostante, da cui l’hashtag inventato dalle blogger #linknelprimocommento;
  3. PAGARE!

Siccome gestire un blog è comunque un’attività per la quale è necessario qualche investimento in termini di crescita, ho deciso 2 giorni fa di fare una prova e di promuovere al costo di 4 euro per un solo giorno il post in cui annunciavo di aver cambiato tema di impaginazione.
Questo perché io cerco di curare al meglio il mio blog, di farlo di crescere, di essere professionale, di avere sempre nuovi lettori interessati, e ho pensato che alla fine, come certe volte mi trovo ad acquistare prodotti che non mi servono realmente pur di provarli per parlarvene, come trovo il tempo per scrivere con regolarità i miei articoli, come faccio le fotografie e gli editing, potevo anche fare un piccolo investimento che sicuramente non mi cambia la vita per valutare se poteva portare qualcosa di buono. Magari qualche nuova persona interessata a seguirmi. Magari qualche nuovo lettore.
Già sentivo vibrare in me l’ebbrezza di non dover più rimuovere l’immagine di anteprima e di poter pubblicare sulla mia pagina Facebook finalmente qualcosa che sarebbe stata visualizzata! Per forza!

Anche per mettere in evidenza un singolo post ci sono diverse fasce di prezzo che ti dicono quale sarà la portata di persone che visualizzeranno quell’articolo. Scegliendo di pagare 4 euro per 24 ore, la portata doveva oscillare tra un minimo di 1900 persone a un massimo di 5100.
Voi mi capite che se di norma devo scrivere qualcosa di proprio strafigo per averne 500, mi sembrava che 4 euro fosse già una base di partenza più che buona!

Ebbene, che cosa ho concluso alla fine di queste 24 ore di sponsorizzazione? Che questo giochino della messa in evidenza fa arricchire solo Facebook, mentre è pressoché inutile per chi paga.
Dopo aver pagato per un giorno il risultato è stato che si, ok, quel singolo post è stato visto 3.500 volte, benissimo, ma:

  1. non ha portato nuovi like alla mia pagina;
  2. non ha portato nuovi like al post;
  3. non ha portato nuovi lettori al blog;
  4. è stato commentato solo da una ragazza che mi segue da tempo, che spesso commenta i miei articoli e che sicuramente lo avrebbe fatto lo stesso senza bisogno della messa in evidenza.

Quindi? Perché pagare?

Stamattina ho condiviso un mio pensiero che ha avuto un grande riscontro senza bisogno di alcun incentivo e mi è venuto lo spunto per scrivere questo articolo.
Perché la sensazione che ho avuto io, pagando, è che il mio post non sia stato realmente messo in evidenza, ma piuttosto che qualcuno dei “piani alti”, forse uno degli Umpa Lumpa che muovono gli ingranaggi di Facebook, si sia limitato a cambiare l’indicatore numerico che mi appare nel pannello Admin per darmi il contentino che i soldi che ho pagato sono serviti per raggiungere la visibilità promessa.

E tra l’altro: a me chi me lo dice che non è andata proprio così?

Concludo dicendovi che personalmente non pagherò più per mettere in evidenza nessuno dei miei contenuti, perché alla fine le persone che mi seguono, mi seguono davvero, commentano, sono attive e non sono solo un numero visualizzato sullo schermo del mio computer.
Certo, non saranno milioni, ma esistono. Sono persone che a volte mi contattano anche in privato, che mi suggeriscono prodotti da provare, che condividono le loro idee con me.

La speranza è che questa corsa irrazionale al “Like”, perché così hai più follower e numeri più alti nelle statistiche del blog, perché così le Aziende ti fanno collaborare con loro perché sei seguito da tante persone, rientri negli argini della ragione.
E, vista la mia esperienza, vorrei chiedere proprio alle Aziende:

  • siete sempre sicure che a pagine Facebook con migliaia di like corrispondano persone vere e non una più banale compravendita di “Mi piace”?
  • Siete sempre sicure che quel certo blogger, solo perchè può spendere soldi per sponsorizzazioni fake, garantirà il livello di visibilità che vi aspettate?
  • Non sarebbe forse meglio puntare un po’ di più (non dico solo ma) anche sulla qualità e non solo sui numeri?

Alla fine, i nodi vengono sempre al pettine, e i blog veri con un seguito vero andranno avanti, mentre quelli gonfiati… prima o poi si sgonfieranno.