Quali sono le differenze tra cibi integrali e cibi raffinati?

Cibi raffinati fanno male

Negli ultimi anni, per fortuna, il consumo dei cibi integrali ha registrato un notevole aumento e sempre più persone scelgono di consumare pane e pasta integrale.
Anche attorno a questo argomento, però, c’è una notevole confusione che proveremo a chiarire con questo post.

I prodotti raffinati fanno male?

Partiamo dal presupposto che non c’è nessun alimento che fa male in assoluto e che per mantenersi in salute è importante seguire una dieta varia ed equilibrata che includa tutti gli alimenti.

Due delle fake news che girano attorno ai prodotti raffinati (preparati con farina 00 e 0) sono:

  • Il glutine contenuto nel pane bianco forma “una colla” nello stomaco e a livello intestinale che genera infiammazione, malassorbimento e una serie infinita di altri problemi.
  • I prodotti raffinati acidificano il nostro organismo.

Partiamo dalla seconda: la dieta alcalina non esiste ed è una teoria che non ha alcun fondamento scientifico. Alla dieta alcalina ho dedicato un intero articolo (che potete trovare qui) in cui ho provato a spiegare il motivo per cui gli alimenti non possono influenzare il pH del nostro organismo.

Anche l’idea della formazione di una sostanza collosa all’interno del nostro organismo è una fake news creata ad arte per fare terrorismo (la trovate spesso su siti nature, eco e bio).
L’ambiente acido presente nel nostro stomaco e gli enzimi digestivi (le amilasi presenti nella saliva e nei succhi pancreatici) scindono l’amido rendendolo assimilabile dal nostro organismo.

I cibi integrali contengono fibre

Integrale ci fa pensare prima di tutto alla fibra contenuta nell’alimento. Le linee guida suggeriscono un apporto di fibre giornaliero pari a 30-35 g. La fibra alimentare svolge numerose funzioni nell’organismo, tra queste ne elenchiamo qualcuna:

  • Facilita il transito intestinale
  • Aumenta il senso della sazietà
  • Riduce l’assorbimento di grassi e colesterolo

Le fibre, ovviamente, non vengono introdotte solo con i cereali ma anche, e soprattutto, attraverso la frutta e la verdura (vi ricordiamo che le linee guida ne consigliano almeno 5 porzioni al giorno).

Differenze tra cereali integrali e “raffinati”

Il cereale integrale mantiene tutte le parti del chicco, così come è presente in natura. Il processo di raffinazione, invece, prevede l’eliminazione della parte esterna e del germe del chicco, dando un prodotto che ha una più lunga conservazione e che risulta però meno ricco di fibre, vitamine e sali minerali.

Per questo motivo i cibi integrali offrono più vantaggi dal punto di vista nutrizionale, ma questo non vuol dire che bisogna escludere completamente i cibi ottenuti da farine più raffinate.

Il pane bianco, così come tutti i prodotti ottenuti dalle farine 00 e 0, non fa male e può essere inserito nella nostra alimentazione. L’importante è variare sempre e assicurarsi di assumere il giusto quantitativo di fibre ad ogni pasto. Un altro consiglio che vi do è di variare l’alimentazione consumando tutti i tipi di cereali: riso, farro, orzo, avena, miglio e così via.

Indice glicemico

L’indice glicemico dei cereali integrali è più basso rispetto ai corrispettivi raffinati. I cibi a più basso indice glicemico fanno innalzare di meno la glicemia post-prandiale, così anche i livelli di insulina rilasciata risulteranno più bassi.

Questo può essere importante sia per chi soffre diabete, in cui si ha un difetto nella secrezione dell’insulina (che è un ormone prodotto dal pancreas), sia nel dimagrimento. L’insulina, essendo l’ormone della buona alimentazione, stimola la sintesi dei grassi (che avviene sempre dopo i pasti).