Business is business: il “rapporto Aziende Blogger”

“Rapporto Aziende Blogger”, l’argomento non potrebbe essere più attuale.

Negli ultimi anni l’attenzione rispetto al mondo dei blogger è cresciuta esponenzialmente anche grazie a collaborazioni importanti portate avanti con Aziende più o meno note, un fenomeno che spesso scatena sul web “l’ira funesta” di commenti – non sempre positivi – da parte dei consumatori.

Dato che sono dentro questo mondo da 6 anni, vorrei parlare con voi oggi di questo argomento, cercando di darvi il mio punto di vista non tanto su quella che è la singola collaborazione con un blogger, quanto piuttosto sul modo in cui un’Azienda che intenda avvalersi di un blog per promuovere i propri prodotti dovrebbe approcciarsi per un rapporto che sia veramente professionale e qualificante per tutte le parti in causa.

All’inizio del fenomeno blog e youtube, diciamo 7/8 anni fa al massimo, nessuno ancora aveva capito con precisione dove sarebbero arrivati questi nuovi canali di comunicazione.

Certo, adesso verrà fuori qualcuno sostenendo che lui lo aveva capito per primo, ma la verità è che, come spesso succede, solo in corso d’opera e con il passare degli anni si è iniziato a capire che il blogger e lo youtuber non sempre sono degli scappati di casa che amano perdere il proprio tempo scrivendo cose inutili su internet (direi quasi mai), ma piuttosto possono diventare (con la dovuta preparazione e professionalità) dei potentissimi veicoli promozionali.

Come è iniziata? E’ iniziata che alcune Aziende hanno incominciato a mandare a casa dei blogger i propri prodotti sperando o a volte pretendendo, in modo secco e perentorio, recensioni. Modalità ancora oggi largamente prevalente per le collaborazioni Aziende/Blogger.

L’obiettivo del post di oggi è quello di identificare quelle che io definisco le linee guida basilari che un’Azienda dovrebbe seguire nei suoi rapporti con i blogger, semplici principi di logica che, ve lo posso assicurare, non sempre vengono presi nella dovuta considerazione.Rapporto aziende blogger1) Come un’azienda dovrebbe sceglie un blogger per le sue collaborazioni?

Inizio dal principio, dalla scelta del blogger, un passaggio che spesso viene sottovalutato dalle Aziende ma che a mio avviso è di vitale importanza. Perché nel momento in cui decido di affidare ad una persona il compito di parlare di me la devo scegliere molto bene, questa persona!

La tendenza che noto troppo spesso e che non condivido è la ricerca ossessiva dei soli numeri. Intendiamoci, che un’Azienda voglia conoscere il traffico che genera un certo blog lo trovo del tutto normale e legittimo, perché qui nessuno sta a fare beneficenza e una collaborazione nasce sempre per fini commerciali. Tuttavia ormai è noto ai più che specialmente sui social network è molto facile comprare, anche per pochi soldi, pacchetti di followers farlocchi.

Per l’Azienda è facile verificare se un blog abbia un seguito reale o meno: gli analytics del blog non mentono (è facile comprare followers, meno facile comprare dei lettori abituali) e se una pagina Facebook ha 120.000 like e nessun commento o “mi piace” sotto i suoi status e fotografie, capite bene che qualcosa non funziona e non serve una laurea in statistica applicata per capirlo.

Quando un’Azienda scegli un blogger dovrebbe intanto porsi delle semplici domande che sono facilissime da verificare sulla stessa rete:

  • “E’ in linea con il target cui mi rivolgo con i miei prodotti?” ovvero, se vendo prodotti dedicati alle mamme, forse dovrei cercare una blogger che sia anche una mamma, per dire. Mandare prodotti a caso a blogger scelti a caso solo perché vi sembra che abbiano un grosso seguito sui social è un errore e vi spiego subito il perché: se io parlo di bellezza, cosmesi, wellness e domani faccio un post sul dado da cucina perché la Star mi contatta per farlo, lo sapete cosa succederà? Che le mie lettrici inizieranno a darmi della venduta (giustamente), che inizieranno a dire che per ripicca non compreranno mai più il dado Star e che lo diranno anche alle loro amiche, che in conseguenza di questo toglieranno il “mi piace” sia dalla mia pagina che da quella della Star, “che mio padre alla fiera comprò”. La lista di azioni negative che possono essere portate avanti da un consumatore deluso sono infinite, occhio a sottovalutarle solo in ragione dei numeri: ve ne potreste pentire amaramente.
  • “Qual è il tono e le modalità che questo blogger usa per esprimersi? Mi piace il suo modo di relazionarsi con il suo seguito? Qual è la sua reputazione sul web?”
  • “Quanto è attivo sul web? Quanti articoli pubblica in un mese? Quanto seguito ha sul blog?” e insisto sul blog in particolare, perché è lì che si vede veramente quanto un blogger abbia una sua nicchia reale di veri lettori. Se mi compro 100.000 like su Facebook provenienti dal Pakistan, pensate veramente che i vostri prodotti creati nel laboratorio artigiano della provincia e mescolati a mano dai frati avranno la visibilità che desiderate? Io penso di no.
  • “Quanto è curato il blog?” Il blog è una vetrina e in quanto tale deve essere curata. Nessuno pretende servizi troppo professionali (è anche questo il bello del blog) ma è necessario l’impegno, sempre. Impegno e propensione al miglioramento, attitudini che su internet sono facilmente verificabili.

Una volta che abbiamo scelto il nostro blogger, ecco la seconda domanda: 2) cosa offro al blogger in cambio del suo lavoro?

Eh già, Signori, vi do uno scoop: fare il blogger è un lavoro vero! Meraviglia e sconcerto attanaglieranno ora la nostra platea.

La modalità più largamente utilizzata è quella di mandare prodotti da testare, ma dato che c’è stata un’evoluzione nel percorso del blogger, perché non pensare anche ad un piano editoriale dedicato, ovviamente retribuito separatamente? Perché non coinvolgere il blogger anche nella creazione dei contenuti sui canali ufficiali del brand, ovviamente pagandolo per questo?

Se la vostra offerta è “solo” quella dei prodotti, dovete mettere in conto che non potrete pretendere più di tanto dal blogger, il quale sarà comunque sempre libero di dire quello che realmente pensa della vostra merce e di parlarne nei tempi e nelle modalità a lui più congeniali.

Questo aspetto è difficile da far capire a molte Aziende, ma se vi affidate ad un blogger che viene scelto per provare i vostri prodotti dovete mettere in conto il parere negativo. Farsi pubblicità attraverso il blog è un modo del tutto nuovo di fare marketing, se volete solo commenti entusiastici potete continuare a comprare il paginone centrale delle riviste di moda: vi renderà molto di più.

Un’Azienda che sceglie un blogger è un’Azienda aperta al dialogo e ai pareri dei suoi consumatori, di qualunque tipo essi siano.

A chiusura di questo punto, un’ultima nota: quando organizzate eventi ed invitate un blogger, dovreste mettere in conto di farvi carico almeno delle spese di viaggio per raggiungere la vostra location e del relativo pernottamento in loco, se necessario.

Perché se mi inviti perché hai solo tantissimo piacere di vedermi, allora posso pure venire per conto mio; ma se ti fa piacere vedermi però la partecipazione è subordinata a “X attività instant sharing, un post sul tuo blog di almeno 500 parole, 3 foto su Instagram, X commenti sotto il post dell’evento” allora vuol dire che mi stai chiedendo di lavorare e il lavoro si paga.

Il 2008 è finito e con i complimenti non ci si paga la spesa, né oggi né prima. Sveglia.

3) Come mi comporto con il blogger durante la collaborazione?

E’ questo un punto molto delicato. Se vi affidate ad un blogger per promuovere i vostri prodotti o la vostra immagine sul web dovete avere massimo rispetto del suo lavoro e considerarlo tale, cercando di ascoltare le sue idee, obiezioni, osservazioni.

Altrimenti che cosa lo avete scelto a fare?

Se avete un ufficio stampa interno, questo dovrebbe fornire al blogger tutti i materiali sui quali il blogger si possa documentare – possibilmente scritti in un buon italiano – e dovrebbe essere a disposizione per eventuali dubbi o domande.

Vivete questa collaborazione in modo reciproco, non pensate mai che basta mandare una cassa di prodotti e addio, il mio l’ho fatto. Non funziona così ma soprattutto non vi aiuterà ad avere una buona immagine sul web.

4) Blogger e consumatore non sono concetti poi tanto diversi.

E’ l’ultimo aspetto che voglio affrontare in questo lungo post ed è fondamentale. Vi siete mai chiesti come mai i blog siano, attualmente, ritenuti più affidabili della pubblicità classica? Dipende solo dal fatto che la gente sta più tempo su internet? O c’è dell’altro?

Bene, vi rispondo subito: i blog sono ritenuti più affidabili perché sono scritti da persone che, prima di essere blogger, sono a loro volta consumatori.

E non “consumatori della Domenica”, ma consumatori premium, che spendono centinaia di euro nei prodotti di cui parlano. Il blogger serio è un blogger che compra i prodotti di cui parla sul suo blog indipendentemente dal fatto che gli vengano regalati dalla stessa Azienda o meno.

Fare una distinzione netta delle due categorie e cavalcare il flame che certe volte si genera sui social, con i consumatori puri e semplici che si lamentano del fatto che ai blogger vengono inviati prodotti “gratis”, è sbagliatissimo.

Prima di tutto perché il blogger, nel momento in cui dovesse ricevere dei prodotti, svolgerà un lavoro a tutti gli effetti volto alla loro sponsorizzazione (immagino che per comprare uno spazio pubblicitario su una rivista non vi basterà offrire all’editore due creme e quattro rossetti, ma sono pronta ad essere smentita…); secondariamente perché il blogger in questione, prima di ricevere quei prodotti, quanti ne ha a sua volta comprati? Quante volte ne ha parlato spontaneamente ad amici e parenti? Quante vendite ha già generato senza bisogno di una scelta ufficiale da parte dell’Azienda?

Spiegate sempre ai vostri consumatori perché avete scelto quel blogger, cosa vi ha colpito di lui.

Che sia il suo modo di scrivere, la sua presenza social, la sua filosofia di vita: presentatelo al vostro pubblico!

Non siate i primi a sminuire il “rapporto Aziende Blogger” in un banale invio di prodotti gratis.

Sono certa che non è quello che volete per il vostro brand.

Che dire, oggi ho scritto veramente tanto ma l’argomento lo richiedeva. Spero di leggere i vostri commenti, cosa ne pensate delle collaborazioni tra Aziende e blogger e quali sono le vostre idee al riguardo.

Chissà, magari avremo anche il piacere di leggere il commento di qualche Azienda.

Carly.