Nella vita, si sa, bisogna sempre prendere delle posizioni.
E dato che da ieri non si parla che della Campagna Carpisa per la VFNO 2014, voglio dire la mia sulla questione.
La questione qual è? Il noto brand di pelletteria Carpisa, per la Vogue Fashion Night Out, ha scelto come messaggio promozionale il seguente slogan: NO BLOGGER NO INFLUENCER JUST ME, lanciando l’immancabile hashtag come identificativo dell’idea.
E l’idea qual è?
Che le persone dovrebbero pensare un po’ di più da sole e con la propria testa, senza omologarsi (!), invece che andare dietro a quello che pensano le… blogger (risata tenebrosa di sottofondo).
E quindi, con un bel video dove si vede una ragazza che diventa pazza per star dietro ai mille suggerimenti di una fashion blogger – come se qualcuna di noi fosse talmente stupida da perdere ore, al mattino, per vestirsi, con aperto un blog davanti… – smettetela di ascoltare queste guru del web strapagate per rifinirsi di aperitivi mentre si fanno selfie con le amiche YouTubers parlando della nuova borsa di YSL, della limited edition Chanel o delle scarpe di Paciotti che “OH mio Dio io mi uccido se non le compro subito!” .
Tante volte me lo sento dire, “ah, le blogger… LE BLOGGER!!” – fare inquisitorio che sottintende: ci siamo capiti eh! – e altre volte mi è capitato di sentire discorsi del tipo “ma ti sembra normale un Paese dove una blogger guadagna migliaia di euro per non fare un cazzo dalla mattina alla sera?” (si, vi avverto, le parolacce non verranno censurate in questo post), o l’immancabile “eh, loro sì, loro sì che hanno capito tutto!! Sfruttano le povere aziende che come dei polli gli concedono tutto quello che chiedono!”, riflettendo poi sul fatto che tecnicamente anche io sono una blogger e che la mia vita è molto diversa da quella che si descrive in questi discorsi da Bar Sport.
Al grido di NO BLOGGER è ovviamente scoppiato il flame sui social network, e anche se si dice che Carpisa sta sicuramente cavalcando l’onda di un dibattito che la vede protagonista, nel bene o nel male, posso dirvi che io non ho mai creduto al vecchio “purchè se ne parli, va bene anche male”, perchè la reputazione è fatta della somma di quello che gli altri percepiscono di noi, e tutto sommato se una campagna pubblicitaria urta la sensibilità di così tante persone, si potrà almeno dire che forse non è stata un’idea geniale?!
Sui social ci sono ormai due fazioni. Le blogger, appunto, quest’entità mistica che passa la propria esistenza vivendo nel lusso più sfrenato omaggiata di indicibili regali esclusivi che voialtri, poveri pezzenti, ve li potete solo sognare; e le non-blogger, che vedendo quanto sia figa la vita delle prime e soffrendo un po’ per non potervi avere accesso – manco fosse la Massoneria – rilanciano con dei meravigliosi “ohhh, ma era l’ora, e andiamo! Basta blogger, avete fatto bene, ma che se ne andassero tutte quante a zappare invece che a non fare una mazza a giornate sane! Brava Carpisa, cazzo, brava Carpisa! E quando uno è bravo va detto, VA-DET-TO. Oooh!”.
Partendo dall’assunto per cui la stessa Carpisa, in passato, ha utilizzato l’immagine di alcuni blogger per farsi conoscere meglio – segno che ha capito l’importanza di uno strumento di comunicazione quale è un blog -, e non addentrandoci in discorsi relativi alla coerenza di un marchio, qualunque esso sia, che prima crede di potersi promuovere bene attraverso il canale blog salvo poi urlare NO BLOGGER, vi dico come si svolge la vita di una blogger media, che in questo caso sono io ma che potrebbe essere qualunque altra.
– La sveglia. A casa mia la sveglia suona presto, diciamo tra le 6 e le 6.30, e questo perchè per lavoro (già, ho un lavoro che non è il blog, pazzesco!) mi sposto su tutta la Toscana. Dove tutta vuol dire veramente tutta. Questo vuol dire che oggi, ad esempio, ero a Lucca, Pisa e pomeriggio vado a Viareggio, domani dovrò andare a Piombino e Follonica, vado spessissimo a Firenze, ma anche a Massa Carrara, a Livorno. Insomma, non è banale, mi dovete credere, e quando mi alzo con le borse sotto gli occhi e un sonno atomico mi chiedo, spesso, come fa la gente a credere che tutte le blogger vivano a Dubai dormendo in lenzuola esclusive Louis Vuitton. E lo posso dire: ma beate quelle che lo fanno! Quindi dicevo, mi alzo, mi preparo la colazione, guardo l’agenda per fare un rapido check delle cose che devo fare, mi lavo, mi trucco, mi vesto, se vedo che non piove metto la lavatrice, faccio la lista della spesa se devo fare la spesa, guardo un tg mentre prendo un caffè -ma quelli delle 6 di mattina sono noiosi – ed esco di casa, correndo verso la stazione.
– La mattina tipo. La mattinata tipo inizia in treno. Un treno sudicio e stipato di gente che va a lavoro e che si lamenta per tutto. Che è caldo, che è freddo, che piove, che c’è il sole, che è arrivata la TASI, che è aumentata la spazzatura, che il collega non lavora, che è tardi, che è presto… Io di solito mi estraneo mettendo le cuffiette senza la musica, giusto per non essere disturbata. Avete presente le foto che metto su Instagram mentre sono in treno? Ecco, mi servono per avere un motivo per non buttarmi dal finestrino! E quasi mai sto andando a fare cose relative al blog, ma quasi sempre sto andando in un qualche tribunale, a lavoro. E dato che il mio lavoro è piuttosto delicato, perchè appunto connesso con tribunali e avvocati (io stessa sono un avvocato, anche se non fa molto figo dirlo), quando sono in tribunale non posso dedicarmi al blog. Perchè se sbaglio a far qualcosa non posso dire “si, dai, però è uscita la nuova duocrome di Neve Cosmetics, cazzo!”. Cioè, mi piacerebbe farlo, tantissimo, ma non posso. Dopo aver sbrigato tutte le mie cose, litigato con qualche cancelliere che non ha idea di cosa sia un primer, fatto i complimenti a qualche cancelliera che ha uno smalto che mi piace, inizio a telefonare e a mandare mail. Sempre per lavoro, attenzione. E così arrivo all’ora di pranzo.
– L’Ora di pranzo. Di solito è il primo momento in cui mi dedico davvero al blog! Certo, in treno posso commentare qualcosa, rispondere a qualche ragazza che mi chiede qualcosa – e che comunque penso che saprebbe benissimo cavarsela da sola anche senza i miei preziosi consigli – ma insomma il primo vero momento in cui mi posso dedicare al blog è questo. Non per niente adesso sto saltando la pausa pranzo per scrivere questo post extra, e amen! Nell’ora di pranzo guardo un po’ cosa succede sul blog, guardo se qualcuno mi ha mandato mail e penso ai post. Mi faccio una scaletta mentale delle cose che vorrei scrivere, rosico tra me e me perchè ancora non sono nella lista delle blogger di qualche marchio che mi piace e, di base, studio qualcosa per poterci entrare.
– Il pomeriggio. Il mio pomeriggio è fatto di appuntamenti e di organizzazione per il giorno successivo. Vado negli studi legali che lavorano con me, mi accordo sulle cose che ci sono da fare, prendo nuovi incarichi se ne sono, parlo male di qualche ufficiale giudiziario che mi ha fatto arrabbiare, insomma, cose così. Poi torno in ufficio o a casa e mi organizzo. Vedo quali sono le cose che scadono, dove devo andare i 2 giorni seguenti, se devo chiamare qualche collega.
– La sera tipo. La sera tipo arrivo a casa stanca, se è Lunedì, Mercoledì o Venerdì mi sforzo per andare in palestra – mica perchè voglio allenarmi eh, ma solo per fare altre selfie da mettere sul blog! – poi torno a casa, preparo la cena per me e per il mio fidanzato, apparecchio, ceno, parliamo un po’ con lui delle nostre giornate, sparecchio, lavo i piatti, sistemo la lavatrice (vedi paragrafo superiore), se c’è da stirare stiro.
E solo in questo momento – sono quasi le 23 – mi dedico di nuovo al blog. Se devo finire di scrivere qualcosa lo faccio, sistemo delle fotografie, guardo la pagina Facebook.
Ora, vi chiederete: ma quando lo scrivi ‘sto blog? Nel tempo libero. Che come potete intuire da soli non è molto e si riduce, essenzialmente, al fine settimana e a qualche giornata meno incasinata delle altre. Di base, mi organizzo. Programmo i post, preparo le foto con un po’ di anticipo, programmo anche la pagina Facebook per non doverci pensare mentre mi dedico al mio lavoro. E una volta un’amica mi ha detto “ma come fai a pubblicare se io so che sei in tribunale a Prato?”. Semplice, non pubblico in quel momento. Quasi nessuno degli articoli che leggete sono estemporanei come questo. Ed è così che funziona un blog.
E secondo voi cosa mi spinge a sacrificare così tanto tempo per qualcosa come il blog? La passione per quello che faccio. E basta.
Vi giuro, potete non credermi, ma tenere un blog come Cristo comanda porta via un sacco di tempo. C’è da fare le fotografie, tanto per iniziare, una cosa che io detesto perchè a me piace molto di più scrivere, eppure va fatta lo stesso e va fatta bene. C’è da pensare a cosa scrivere, possibilmente senza copiare gli altri e senza fare il banale riportaticcio delle etichette dei prodotti. Che ormai a leggere siamo tutti capaci. C’è da pensare a come dare un contributo personale e speciale al proprio lavoro, a promuoverlo, a far si che le persone trovino interessante quello che hai da dire.
Il blog per me è importante perchè è la somma di un lavoro che dura da 4 anni, che è iniziato per gioco ma che potrebbe – perchè no? – diventare un lavoro più strutturato; è importante perchè non mi stanco mai di farlo, anche quando mi sveglio alle 5 per finire di sistemare qualcosa – e credeteci: lo faccio più spesso di quanto non immaginate! -; è importante perchè mi ha insegnato a fare cose che mai avrei creduto di fare in vita mia! Grazie al blog ho conosciuto tantissime persone interessanti, tante nuove amiche, ho scoperto realtà aziendali importanti, ho visto come funziona il dietro le quinte di ciò che troviamo nei negozi. Quanto lavoro faticoso c’è dietro al mondo della bellezza, un lavoro inimmaginabile.
Non sapete quante volte mi devo scontrare con quelli che non capiscono, che mi prendono in giro, che hanno da ridire perchè “perdo il mio tempo a parlare di rossetti”, non capendo che la leggerezza degli argomenti che tratto non è in alcun modo collegata alla professionalità del – tanto – lavoro che ci sta dietro.
In quei momenti sogno davvero di diventare una blogger milionaria, per togliermi qualche soddisfazione e mandare qualcuno a Quel paese. E magari prima o poi succederà, chi lo può dire!
Collaboro con delle Aziende? Si, certo, e non sapete il senso di gratitudine misto a felicità che vivo ogni volta che qualcuno sceglie proprio me! Ma non pensate che il mondo delle Aziende sia composto da poveri sprovveduti. Quando scelgono un blog, fanno una giusta ed attenta valutazione di quello che il blog può portare ai loro prodotti, e sinceramente non ci trovo nulla di scandaloso. Nessuno sta qui a fare beneficenza, ragazze. Un’Azienda investe su di una persona, sa bene quali benefici può avere dal lavoro di quella persona e valuta attentamente come lavora. Funziona così.
Mi piacerebbe fare solo questo di lavoro? Assolutamente si!
Mi piace ricevere prodotti in anteprima da provare? Ovvio. A chi non piacerebbe? Eppure nel mio caso è un risultato recente, arrivato solo lo scorso anno e a distanza di 3 dal mio esordio. E questo dato vi dovrebbe far capire per quanto tempo abbia portato avanti il blog solo perchè mi piace farlo e credo nel progetto che ho in mente.
E allora, perchè stupirsi se tante ragazze come me si sono indignate davanti al NO BLOGGER lanciato da un’azienda? Perchè prendere le distanze da una categoria di persone che crede in una passione, in un sogno, e lo porta avanti con impegno, dedizione, professionalità tutti i giorni, senza peraltro che nessuno gli chieda di farlo ma solo sulla base di un’idea? Perchè alimentare la credenza popolare che ci vede come delle privilegiate che girano il mondo in tacchi a spillo mantenute dai brand più famosi?
Le persone che ci chiedono dei consigli sono perfettamente in grado di pensare con la loro testa, vi viene mai in mente che forse vogliono solo sapere come ci siamo trovate con un prodotto che devono comprare e che non sanno se è una ciofeca o no? Pensate davvero che per qualche smalto gratis siamo tutte disposte a dire cose meravigliose di prodotti che non ci piacciono? Ammazza quanta poca considerazione avete del genere umano, gente!
Concludo questo sfogo, ricordando a tutti coloro che odiano le blogger come categoria o che credono che tenere un blog si basi su una favolosa improvvisazione del momento, che anche quelle più famose che sono riuscite a farlo diventare un lavoro si fanno un mazzo così per portarlo avanti! E’ un lavoro, appunto. Sarebbe come dire “maledetto, quello è un avvocato!”, “abbasso i medici, che gentaglia!”. Sarebbe come se una casa farmaceutica dicesse NO INFORMATORI SCIENTIFICI. A voi sembrerebbe una cosa regolare? A me no.
Carly.