Andreste mai da qualcuno a chiedergli se stamattina ha fatto la cacca? Se l’ha fatta una o due volte, se domani pensa di rifarla?
Credo di no, perché tutti noi sappiamo che ci sono aspetti della vita delle persone per i quali esiste uno speciale senso del pudore che sentiamo di dover rispettare.
Ecco, fateci un favore: iniziate a trattare le questioni sulla maternità come quelle sulla cacca.
Ho scelto un paragone volutamente provocatorio ma la richiesta di fondo è la stessa: non chiedete.
Questo articolo è scritto più da pancia che di testa, la pancia di una giovane donna che ancora non ha figli ma che quasi ogni giorno si sente chiedere quando pensa di farne almeno uno.
Almeno, il minimo sindacale se proprio non vuoi fare di più.
Una giovane donna che come tante altre inizia ad essere stanca della superficialità con cui vengono fatte certe domande.
E intendiamoci, non ho figli perché fino ad ora non ne ho mai voluti, ma anche senza tirare in ballo problemi di salute che fortunatamente non ci sono ritengo che la questione del fare o meno un figlio rientri nel grande calderone del “sono fatti miei”.
Detto come lo diceva Raz Degan nella pubblicità del Jagermeister.
Sono fatti nostri, di noialtre che ancora non ci siamo sentite pronte per diventare mamme.
Capita.
A volte perché lo pensiamo di noi stesse, a volte perché le condizioni esterne non ci sono o non ci sembrano adeguate.
È una questione di prudenza e non di superficialità, come forse pensate voi, e in ogni caso non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno.
Ci avete insegnato che nella vita potevamo diventare qualunque cosa e allora perché adesso ci assillate se decidiamo semplicemente di percorrere la nostra strada con i nostri tempi?
E state attenti, vi dirò una cosa sconcertante: lo sappiamo benissimo quando siamo nate, sappiamo quanti anni abbiamo, anche senza sentirsi dire ogni giorno che siamo vecchie e che superata una certa età non si possono più fare figli.
Lo sappiamo da sole e fidatevi che ci pensiamo già tanto per conto nostro, non importa che ce lo ricordiate.
Smettete di chiedere nell’intento malcelato di educarci, di farci riflettere.
Smettete di dirlo per noi, per il nostro bene.
Smettete perché non ci convincerete.
Non ci convincerete facendo l’elenco di tutte le nostre amiche e coetanee che hanno già fatto un figlio.
Non funziona, esattamente come non funzionava quando alle medie tornavamo a casa con il voto del compito in classe e i nostri genitori invece di dirci “bravo!” ci chiedevano quale voto avesse preso il migliore della classe.
Qualcuno è diventato forse più bravo così? O è solo aumentata la frustrazione per un risultato che tutto sommato non sembrava essere poi così male?
Non ci convincerete dicendoci che i nostri nonni facevano i figli nonostante la guerra.
Il fatto che quando i nostri nonni erano giovani non ci fosse piena coscienza di come regolare il fenomeno delle nascite non mi sembra un buon esempio.
Domandatevi perché non si fanno più figli, ma non chiedetecelo. Che siamo stanche.
Stanche di sentire un brivido non solo di gioia quando un’amica ci dice che è incinta e qualcuno potrebbe incrociare il nostro sguardo e dire “adesso manchi solo tu…”.
Stanche di essere giudicate solo in funzione della funzione del nostro utero.
Non pretendiamo comprensione, non desideriamo essere capite.
Vogliamo solo essere lasciate in pace.
E così, quando vi viene in mente di chiedere ad una ragazza sopra i 30 come mai non abbia ancora fatto figli, perché poi il tempo passa, poi come farai a fare il secondo, no perché la tua amica hai visto che brava? ne ha già due, che poi insomma mica si possono fare a 40 anni eh, mica ne vorrai solo uno, guarda che è arrivato il momento di mettere la testa a posto insomma, che la vita mica è solo uscire con le amiche, ecco quando vi vengono in mente queste cose, ripensate alla domanda sulla cacca.
E agite di conseguenza.